Come promesso, ad Agosto un capitolo a settimana del primo racconto, che dà il nome alla raccolta.
Spero che vogliate lasciarmi le vostre impressioni di lettura nell'apposita sezione del sito.
ISBN | 978-88-31671-01-9 © 2020. Tutti i diritti riservati . Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore de-tiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore
Indice
IL SOFFIO....................................5...
FALSO D’AUTORE...................... 57
IL PRATO................................... 69
IL SOFFIO
Voglia di vento
Altrove.
Vorrei stare altrove.
Non mi sopporto in questo momento.
Guardo il mondo da una prospettiva rovesciata, ora come ora, ed è meglio partire prima che parta la testa. Ho bisogno di vento per sentire la vita. E di pace.
-Sara, ti va di fare un viaggio?
-Quando? Dove?
-Ora. Dove non lo so, basta che sia un posto tranquillo. Ho voglia di sentire il vento.
-Mare… che ne dici?
-Si, mare...mare bello.
-Che ne dici della classica isoletta greca?
-Stavo pensando proprio alla Grecia in questo momento. E a un’isola. Ma non piccola. Creta. Ci sono i mulini…ci de-ve essere vento.
-Beh, l’idea mi attira. Ma io e te sole o con i rispettivi compagni?
-Io e te sole, insieme, ma libere di stare ciascuna per suo conto. Ho bisogno di pace.
-Va bene, mi conosci, mi leggo un libro e sto bene dovunque…non ti trascinerò per locali.
-Devo solo trovare il modo di staccare dal lavoro. A maggio non è periodo di vacanze.
-Come a maggio! Ma dicevi sul serio “ora”? Io non so se riesco, oltre al lavoro devo anche sistemare il cane.
-La vita è un soffio. Scherzo, ma neanche tanto. Ho bisogno veramente di fuggire per almeno una settimana. Facciamo una decina di giorni.
-Ma hai litigato con Francesco?
-No, ma è meglio che io stia lontana anche da lui…per come sono stressata rischio di litigarci.
-Allora, fammi sapere da quando ti liberi, che penso io a tutto. Prenoto il miglior albergo in riva al mare, il volo, la macchina…tutto il prenotabile. Però non posso anticipare anche per te i soldi. Momento non aureo.
-Sei veramente un tesoro. Se fossi un uomo ti sposerei.
-Per carità.
-Senti, per il cane, forse mia cugina Sonia potrebbe tenertelo. Vive a Tarquinia ora, non a Roma, ma non è distante e lo possiamo portare il giorno prima di partire.
-Va bene, sentila. Mi fa anche piacere rivederla. Ma si è messa a fare la dog-sitter?
-No, ma le piacciono gli animali, sta sola ed ha un giardino. Se poi le vuoi regalare qualcosa vedi tu, ma se accetta certo non lo fa per denaro.
-Bene. Ci aggiorniamo domani.
-Lo sai? Mi sento già più frizzantina.
-Monica, scusa se ti disturbo a quest’ora, ma ho bisogno di chiederti un favore. Vorrei partire per una decina di giorni e ho bisogno che tu stia appresso alle email e agli umori di Piero. E che metta una buona parola con lui per farmi con-cedere le ferie.
-Ma proprio ora devi partire? Lo sai che siamo in chiusura. Dobbiamo consegnare il progetto i primi di giugno.
-Lo so ma non ce la faccio più. Meglio dieci giorni di ferie che un mese di malattia. Per il progetto è quasi tutto pronto e quando rientrerò, a mente fresca, le ultime cose riuscirò a farle anche meglio.
-Va bene. Riesci sempre a convincere tutti di tutto.
-Una dote innata. Grazie. Sei un’amica.
Ora sto meglio. Musica a tutto volume …sotto la doccia starò ancora meglio.
In valigia metto quattro cose. Il resto, se manca, lo prenderò sul posto.
Almeno due libri me li porto, però. In tema mare. Mishima e Camilleri. E mi porto la muta e la maschera. Non so se a Creta si può fare il bagno a maggio, ma con la muta si. Le pinne no. In aereo non è il caso.
Ora resta lo scoglio più grosso: dirlo a Francesco in modo tale che non gli venga l’idea di aggregarsi.
-Ciao, Francesco… ho promesso a Sara di accompagnarla in viaggio. Deve fare una recensione di un albergo per la rivista e non le va di andare da sola. Al ritorno sarò più rilassata e magari riusciremo anche a farci un fine settimana da te in montagna soli soletti.
-Ma non eri oberata di lavoro? Fino a ieri non hai fatto al-tro che ripetermelo. Sono settimane che non riusciamo a trovare un paio di ore per noi….
-Hai ragione. Ma il progetto è quasi chiuso e sinceramente ho bisogno di liberare un po’ la mente.
-Tanto hai sempre ragione tu. Fai come vuoi. Perché mi proponi di fare week end insieme quando sai che in questo periodo non posso lasciare mia madre da sola! Dove avete deciso di andare?
-Creta. Gireremo un po’ l’isola in macchina. Tu ci sei già stato, mi pare.
-Si, ma mi ha un po’ deluso. Specie Cnosso. Da vedere, ma non ci tornerei.
-Se fai un salto domani sera da me ci salutiamo. Ti preparo una cenetta con i fiocchi. Starò via solo una decina di giorni.
-Va bene. Ma non ti aspettare che me ne vada via prima dell’alba.
-.Questo è sicuro, mi devi raccontare un po’ dell’isola….
-… e non solo, spero.
Brezza di Mare
Il sale si sente nell’aria.
Sara è in camera a disfare i bagagli. Io non ho resistito e sto qui in riva al mare.
La spiaggia è deserta. Saremo al massimo una decina di ospiti in questo albergo oggi. Per lo più pensionati.
Chissà come sarà la vita da pensionati. Spero di arrivarci in salute perché voglio fare il giro del sud America prima di morire… ma che pensieri che mi vengono in mente.
Oggi non c’è molto vento, giusto una leggera brezza, e il mare è solo increspato.
A piedi nudi sulla sabbia rossa…mi piace e mi piacerebbe anche tuffarmi, ma non ho il coraggio. L’acqua è fredda. Ci ho messo un piede, uno solo. E non mi va di tornare in stanza e tirar fuori la muta dalla valigia.
Dopo una lunga passeggiata con la musica nelle orecchie, torno in albergo.
Mi decido a fare una telefonata a Francesco mentre Sara dorme. Mi risponde freddamente. Credo sia arrabbiato con me perché sono partita da sola e crede che non lo stia pensando.
Ho esagerato …. ho riattaccato dopo due minuti… non me la sento di angosciarmi per la sua reazione. Forse sono troppo lontana per capirla fino in fondo o forse non mi importa.
Domani andremo a scoprire la capitale.
Soffio magico
-Messere, da qui si domina la valle.
-Madama, da qui si domina il porto.
Come primo approccio all’isola e ad Iraklio abbiamo scelto il Castello a mare, una roccaforte color creta, in fondo a un lunghissimo pontile, eretta dai veneziani a difesa del porto, come testimonia il leone alato di San Marco posto all’iingresso.
Sara mi spiega che è stata costruita su una prima fortificazione araba e che la piattaforma su cui edificare fu allargata, utilizzando come frangiflutti navi dismesse cariche di pietre. Iraklio era il porto di Cnosso, distrutto intorno al 1500 a.C. da uno tsunami vulcanico proveniente dalla vicina Santorini, che livellò la regione coprendola di cenere.
Lo sguardo dall’alto del Castello abbraccia la città. Vista da questa prospettiva Iraklio è un luogo magico, in cui si può ripercorrere l’intera storia dell’isola: dalla civiltà minoica, attraverso i Bizantini, che rasero al suolo la città, lasciandola abbandonata a pirati e banditi, ai Veneziani, con cui rifiorirono traffici e cultura, agli Ottomani.
Dopo il porto, una passeggiata tra locali e negozi del centro, uno spuntino veloce e ci tuffiamo nel museo Archeologico: reperti incredibili, come la tauromachia, la statuetta della dea dei serpenti, il rhytòn a forma di testa di toro…Sara è letteralmente impazzita. Passiamo ore a girovagare per le sale.
La vacanza inizia bene. Mi sentivo un po’ in colpa per aver di fatto imposto meta e periodo, ma vedo che anche lei apprezza ...
Torniamo alla base decisamente soddisfatte.
-Sara dove sei?
-In veranda. Tramonto bellissimo.
-Hai trovato proprio l’hotel che fa per me, te lo volevo dire già da ieri. Letto comodo, bagno con idromassaggio e veranda sul mare. D’altronde, se non li conosci tu gli alberghi…. Andiamo a provare la cucina?
-Vuoi mangiare qui?
-Si, mi piace. Non c’è quasi nessuno e sono stanca. Preferirei rimanere in albergo.
-Va bene. Mi metto qualcosa addosso
-Io mi vado a fare una doccia intanto. Tempo che tu ti trucchi e ti vesti, io starò già al ristorante.
-Mi prendi sempre in giro. Non riesco ad uscire se non sono truccata, ma non ti ho mai fatta aspettare.
-Lo sai che scherzo. Dai, vado sotto la doccia.
Ottima cena. E la terrazza del ristorante è fantastica.
- Simpatici i vecchietti del tavolo a fianco. Karin e Joseph. Ma hai capito che volevano dire quando parlavano di Roma?
- Il mio Tedesco è fermo al Liceo. Mi sembra di aver capi-to che ci sono stati in viaggio di nozze. Io e te forse neache eravamo nate.
- Non esagerare. Avranno settant’anni. E noi viaggiamo verso i quaranta.
- Appunto. All’epoca si convolava presto. Secondo me noi non c’eravamo. O almeno voglio sperarlo. Beh, ora sono stanca. Domani Cnosso, allora?
- Si. Tappa d’obbligo, anche se Francesco mi ha detto che lui ne è rimasto deluso io ci voglio andare. Buonanotte.
Vento del passato
Maestoso. Coloratissimo. Un po’ finto…ma emozionante. Francesco non capisce niente. Sarà stato restaurato in modo opinabile, ma se non ci fosse stato Evans il mondo minoico sarebbe rimasto nella mitologia.
Meno male che non siamo venute in estate, perché altri-menti sarebbe stato da morire di caldo. Un sole pazzesco in un cielo di lapislazzuli.
Ci avventuriamo nel labirinto di stanze. Sara fotografa ogni affresco, colonna, nicchia.
Si è letta tutte le spiegazioni ed è un cicerone impeccabile. Lei vede con il cervello. Io con le viscere. Ma sono anche curiosa e mi piace quando descrive e racconta la storia di quello che stiamo vedendo. Amo viaggiare con lei anche per questo.
Il vento ad un certo punto solleva tantissima polvere nell’enorme cortile e in quella luce iridescente mi sento trascinata indietro nel tempo: ginnasti che volteggiano sui tori, Arianna, Minosse, Dedalo, Icaro, il labirinto, il monte Ida…tutte le storie narrate dalla mitologia e studiate al liceo si confondono nella mia mente in un sovrapporsi di immagini.
Il filo …forse è questo che devo ritrovare ….forse per questo sono qui.
- Ma che fai lì imbambolata! Dai, abbiamo visto tutto, possiamo andare ora…
- Fermati alla prima taverna …ti prego Sara, ho una fame incredibile! Ecco, Taverna Mylos. Fermati.
Il padrone della taverna ha gli occhi azzurrissimi e i capelli candidi. Avrà più di sessant’anni ma un fascino inconsueto. Ci fa accomodare all’aperto. Un tavolino apparecchiato sommariamente sul marciapiede in mezzo al passeggio.
Il souvlaky in compenso è ottimo e la brezza che soffia mi rende serena.
Ci dà indicazioni per i posti da non perdere e ci offre anche un dolce, un po’ stucchevole, e un bicchiere di vino, che non oso rifiutare. Non ci sono molti avventori a quest’ora.
Si siede con noi e ci racconta del figlio che vive a Bruxelles e lavora per la Commissione europea e dei nipoti che vede solo l’estate, quando vengono a Creta per un paio di settimane. Ci chiede se abbiamo figli e alla risposta negativa sembra quasi rimanerci male.
Ritorno canterino, per via del vino o della leggerezza portata dalla bella giornata.
Al ritorno la passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia deserta stavolta la facciamo in due. Sara è un po’ brilla e si immerge fino alla vita nell’acqua che riflette il tramonto. Io la seguo.
Nel silenzio rotto soltanto dal rumore delle onde il vento sulla pelle lo sento e mi entra dentro. Il soffio vitale. L’acqua mi accoglie come il grembo di mia madre ed io mi lascio andare e mi immergo completamente. E’ abbastanza fredda e comincio a nuotare. Sara mi chiama, ma io vado avanti per un po’, fino a scaldarmi.
Più avanti c’è un’imbarcazione ormeggiata. Tre velisti sul ponte. Mi salutano e ci fanno cenno di avvicinarci. Io mi volto verso Sara, che non capisce perché non ha visto il gesto. Alzo la mano in cenno di saluto ai marinai e torno verso di lei.
Corriamo sulla spiaggia infreddolite e ci rifugiamo in stanza, dove parliamo fino a notte fonda di quello che sarà e di quello che è stato, di quello che eravamo e di quello che siamo, di quello che vogliamo e di quello che non vogliamo. O meglio. Io per lo più parlo e lei per lo più ascolta.
Stavolta tocca a me. Nella nostra amicizia – che dura dai tempi delle elementari- i ruoli si ribaltano spesso, ma la cosa più sicura della mia vita in effetti è la certezza della nostra amicizia.
Colazione in veranda. Mi sono rifornita nella sala adibita e ho apparecchiato in veranda. Tra uno yogurt ed un caffè, guardando la mappa, programmiamo gli itinerari, dividendoli per giornate, in funzione del tempo e dell’interesse dei luoghi.
O meglio, Sara programma e traccia il percorso sulla piantina dell’isola, io cerco notizie in internet sui luoghi, leggo ad alta voce e lei riporta sommariamente solo le cose più importanti su un taccuino rosso, confidando nella sua proverbiale memoria.
Abbiamo pianificato la settimana che ci resta. Ora non rimane che partire per la prima meta.
Domani ci aspettano i mulini della piana di Lassithi. L’idea fulminante di venire a Creta mi è venuta al telefono con te pensando a una foto delle pale bianche stagliate nel cielo azzurro, vista anni or sono tra i ricordi di viaggio di mio padre…mare …vento: mulini di Creta. Ci hanno fatto anche un film ambientato nella piana qualche anno fa…
-Dovevi essere molto attaccata a tuo padre.
-L’ho amato e l’ho odiato. Un sole non può spegnersi.
-Ora spegniamo la luce.
-Buonanotte Sara.
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